Blog sull'Autoproduzione e sul consumo solidale ed ecosostenibile, come risposta al consumismo incontrollato e per riscoprire il piacere di creare da sè nel rispetto dell'ambiente.
Un evento drammatico gli ha cambiato la vita, ma lui ha deciso di trasformarlo in un nuovo inizio. E' così che Gianfranco Tuoro, nato nel 1981 e attualmente residente a Oggiono, ha deciso di reinventarsi e da promettente chef è diventato olivicoltore.
"A 15 anni dovendo scegliere il mio futuro ho deciso di studiare per diventare cuoco" ha raccontato "ho frequentato l'istituto alberghiero Vespucci di Milano e da subito ho cominciato a lavorare girovagando un po' per il mondo: Port Frejus, isola di Jersey, Praga e tanti altri. Il mio lavoro mi piaceva, mi consentiva di conoscere i posti da una prospettiva diversa". Poi, nel 2002, la svolta: quel grave incidente motociclistico che l'ha costretto per sempre su una sedia a rotelle: "All'epoca avevo 21 anni e tanti sogni. Quando mi sono fatto male la mia vita è cambiata radicalmente proprio nel momento in cui avevo di fronte tante possibilità". Un cambiamento improvviso che l'ha spinto a rimettersi in gioco: "Ho dovuto rimettere in discussione tutto. Ho lasciato la casa dei miei genitori e ho trascorso parecchio tempo in Sicilia, a Castelvetrano. Ho iniziato a girare per quei luoghi, osservandoli e assaporandone le caratteristiche ed è così che mi è venuta l'idea".
Nel 2008 quindi la decisione di acquistare un oliveto. "Un lavoro d'ufficio non ha mai fatto per me. Castelvetrano è sempre stata una terra rinomata per la coltivazione delle olive, in particolare la Nocellara del Belice, un prodotto di qualità superiore costretto a sopravvivere tra l'eccellenza e l'estinzione. Purtroppo ormai sono pochi i giovani che si dedicano all'agricoltura, si stanno abbandonando le terre, acquistate e coltivate con tanta fatica dai padri, che vengono svendute nonostante siano la ricchezza dell'Italia che da questo punto di vista ha un patrimonio inestimabile. Per quanto riguarda le olive ce ne sono oltre 400 varietà ad esempio. Dal mio punto di vista si tratta del nostro futuro. Mi dispiaceva e così ho deciso di difendere in prima persona un pezzettino di questo patrimonio".
E' così che ha deciso di avviare la produzione del suo olio "Sciavuru d'Aliva" (profumo d'oliva), conforme al disciplinare Dop Valle del Belice, di alta qualità, che produce personalmente e vende.
"La coltivazione delle olive non richiede una presenza costante, la natura fa il suo corso. Mi reco in Sicilia mediamente tre volte all'anno e il resto del tempo lo passo qui, cercando di far conoscere il mio prodotto. Credo che la gente debba maturare una nuova consapevolezza e riavvicinarsi a quello che mangia, capirne la qualità, la storia, la cultura. L'intera industria alimentare dovrebbe ripensare ai suoi metodi smettendo di guardare soltanto ai numeri e a produzioni massificate, l'esplosione di allergie e intolleranze alimentari a cui assistiamo non mi pare casuale". Una nuova mentalità che Gianfranco Tuoro continua a coltivare, con la stessa passione e tenacia che mette nella produzione del suo olio e che non l'ha mai abbandonato. Del resto i frutti migliori a volte non nascono soltanto dalla terra ma in primo luogo dalla testa dell'uomo.
Venerdì 17 è la grande festa internazionale del risparmio energetico “M’illumino di Meno”.
Cittadini, imprese ed istituzioni sono chiamati per un giorno a mettere in atto il maggior numero di comportamenti virtuosi diventando ambasciatori del risparmio energetico.
Caterpillar invita tutti a concentrare in un’intera giornata tutte le azioni virtuose di razionalizzazione dei consumi, sperimentando in prima persona le buone pratiche di:
- riduzione degli sprechi;
- produzione di energia pulita;
- mobilità sostenibile (bici, car sharing, mezzi pubblici, andare a piedi)
Ecco qui le buone abitudini da mettere in pratica per la giornata di M’illumino di Meno (e ovviamente anche dopo!):
spegnere le luci quando non servono
spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici
sbrinare frequentemente il frigorifero, tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria
mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola
se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre
ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria
utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne
non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni
inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni
utilizzare l’automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto.
Testimonial speciali dell'edizione 2012 di M'illumino di meno saranno i sindaci di tutta Italia, che sperimenteranno sulla propria pelle che cosa significa fare “economia sostenibile” mettendo in atto il maggior numero possibile di comportamenti virtuosi. A questo scopo, gli ascoltatori sono invitati a diventare “ambasciatori del risparmio energetico” presso i propri amministratori, mettendosi per un giorno alle loro calcagna, documentando i loro sforzi con foto e video, in veste di “badanti dell’impatto ambientale”.
Ecco l'inno dell'iniziativa
Le adesioni più numerose, quest'anno, riguardano le famiglie e i semplici cittadini. Sono già quasi 1.500 le registrazioni sul sito della campagna ed è ancora possibile segnalare la propria partecipazione sul sito o sulla pagina Facebooklegata all'iniziativa.
Abbiamo deciso di condividere con voi i pareri e le opinioni sui libri che leggiamo/leggeremo. Oggi vi parliamo di questo libro: A tutto Gas. Come aprire un gruppo di acquisto solidale e vivere meglio scritto da Sara Ragusa pubblicato da Terre di Mezzo Più che ad un libro, si tratta di un manualetto (32 pagine) dove vengono trattati i concetti principali relativi ai Gruppo di Acquisto Solidali, dal cosa sono al come crearne uno e farlo funzionare al meglio, e una serie di indirizzi utili per ottenere informazioni su produttori, o esperienze di gruppi già avviati. La lettura non richiede più di una mezzoretta, ed è utile per chiarirsi eventuali dubbi su questo nuovo modo di fare la spesa, attento all'ambiente e ai piccoli produttori di qualità, ma non solo. Buona lettura e alla prossima!
Questo è il claim di RetròBottega di Casatenovo in Via San Gaetano 81.
RetròBottega favorisce lo sviluppo di piccole aziende agricole socialmente impegnate a favore di persone diversamente abili o che offrono l'opportunità a detenuti di realizzare progetti di inserimento lavorativo.
PROPONE prodotti biologici, freschi, sfusi e locali, tenendo come obiettivo principale la coerenza nei confronti di produttori, prodotti, consumatori e ambiente
SEMPLIFICANO il processo di distribuzione commerciale e consentiamo l'accesso diretto ai migliori prodotti biologici italiani.
HANNO una visione ecologica del processo economico, ponendo attenzione alle interazioni tra attività economica, ambiente e aspetti sociali e culturali correlati.
PROMUOVONO lo sviluppo del sistema agro-alimentare biologico, contribuendo alla riduzione dello spreco di risorse di energia, materia, soldi, prodotti e packaging.
APPOGGIANO aziende agricole impegnate in iniziative sociali.
Che dire non vi resta che passare a trovarli, noi ci torniamo sabato.
Ecco la pagina Facebook di RetròBottega, dove è possibile visualizzare molte curiosità sulle proposte disponibili in bottega.
L’acqua, fondamentale risorsa del Pianeta, sta rapidamente sparendo. La sua scarsità a livello globale si profila come la maggiore minaccia di crisi ecologica, economica e politica. L’oro blu, bene imprescindibile per la vita umana, è sotto minaccia. Soprattutto perché fa gola alle multinazionali e il suo business ha un valore immenso. Per questo, le più potenti aziende del pianeta si affannano nella corsa alla trasformazione di questa risorsa in bene commerciabile. Anche se questo significa estrazione sregolata e selvaggia dalle falde.
Come sta accadendo in Pakistan, dove i pozzi scavati dalla multinazionale svizzera Nestlé stanno privando la popolazione dell’acqua potabile, che poi rivende a caro prezzo bell’e imbottigliata, la prima acqua “purificata”, cioè acqua di rubinetto trattata con l’aggiunta di minerali, commercializzata nel Paese asiatico. La dura denuncia viene da “Bottled Life”, un film documentario a breve in programma nelle sale svizzere, realizzato dal regista Urs Schnell e dal giornalista Res Gehriger.
“Come si trasforma l'acqua in un business da miliardi di dollari? La risposta sta nelle mani della società svizzera Nestlé”, spiega il trailer. Così, un giornalista di Zurigo inizia a indagare sulla corporation più potente del suo Paese e questo viaggio lo conduce dalla Svizzera dritto dritto verso il Pakistan, dove viene coinvolto in una dura lotta tra cittadini, piccole formiche inermi che cercano di proteggere le loro fonti locali, e un gigante internazionale.
Analizzando il successo del marchio Nestlè “Pure Life” , il più importante al mondo ,"un gioiello nel nostro portafoglio", secondo John Harris, capo di Nestlé Waters, il documentario si addentra nei meandri di un commercio ignobile e sregolato, smascherando i traffici “illeciti” di uno dei più spregiudicati ladri d’acqua, insieme a Danone e Coca-cola.
Maude Barlow, ex consulente delle Nazioni Unite responsabile per la questione dell'acqua, spiega che “quando una società come la Nestlé compare dal nulla e dice, Pure Life è la risposta, vi stiamo vendendo l'acqua dei vostri stessi terreni, mentre dai rubinetti non ne esce nemmeno una goccia, o se c’è è imbevibile –il che è ancor più da irresponsabili- non possiamo che definire tutto ciò praticamente un atto criminale".
Ma cosa replica a queste accuse la Nestlé? Mette per iscritto, nero su bianco, in un comunicato diretto al giornale Tages Anzeiger il proprio impegno sul piano sociale: “abbiamo realizzato due impianti di filtraggio che offrono acqua potabile a oltre 10.000 persone a Sheikhupura, in Pakistan con acqua potabile e prevediamo di costruirne un altro per il 2012”. Ma, in realtà, nel frattempo, si è sempre rifiutata di rilasciare interviste e di far visitare gli impianti, come spiegano Schnell e Gehriger.
Eppure, il ritratto dell’azienda che viene fuori dal documentario è in netto contrasto con i valori sbandierati dall’azienda. Così, cocciuto e imperterrito, Gehriger visita un campo profughi in Etiopia dove, nel 2003, Nestlé aveva installato un impianto per il trattamento dell’acqua. Ha così scoperto che, appena due anni dopo dal suo avvio, non ha mai più funzionato correttamente. E la scarsità d'acqua è tornata a farsi sentire. Ma si tratterà sicuramente di una sfortunata coincidenza…
Fatto sta che secondo uno studio dell’ United Nations Comitee on Economic, Social and Cultural Rights, oggi in Pakistan, il 44% della popolazione non ha ancora accesso ad acqua potabile e sicura. Percentuale che sale al 76.5% nella popolazione delle aree rurali. Ogni anno, continua lo studio, in Pakistan muoiono più di 200.000 bambini a causa della dissenteria e l’accesso alle proprie falde sotterranee è la sola possibilità per le persone per avere acqua sicura. Insomma, l’acqua è vita, non un bene da cui trarre un indiscriminato profitto, in nome del quale, la Nestlé sta contribuendo al depauperamento delle risorse idriche, inaridendo le locali fonti d'acqua e i pozzi fino a oggi utilizzati per uso domestico e agricolo. Inoltre, l'attuale estrazione dell'acqua condotta dalla Nestlé non è sostenibile: la multinazionale preleva oro blu molto più velocemente di quanto possa essere naturalmente rinnovata, mettendo a grave rischio il diritto all'acqua delle future generazioni.
Ecco il trailer:
Ecco i prodotti commercializzati da Nestlé:
Acque minerali: Vera, San Bernardo, San pellegrino, Perrier, Sant’Antonio; Caffè e cacao: Nescafé, Orzoro; Cioccolato: Perugina, Nestlè;
Salumi: Vismara, King’s;
Olio: Sasso; Dolci: Smarties, Kit Kat, Galak, Lion, After Eight, Quality Street, Toffee, Polo, Motta, Alemagna; Conserve: Berni; Formaggi: Locatelli; Pasta: Buitoni, Pezzullo; Riso: Curtiriso; Preparati per brodo: Maggi; Surgelati: Surgela, Mare Fresco, La Valle degli orti; Gelati: Motta, Alemagna, Antica Gelateria Del Corso; Cibi per animali: Friskies, Buffet; Cosmetici: L’Oreal
La nostra spazzatura potrebbe essere impiegata per la produzione di acqua. Non è il sogno visionario di qualche ambientalista, ma ciò che Eco Wiz, un macchinario rivoluzionario che prende il nome dalla start up di Singapore che lo ha realizzato, è in grado di fare: trasformare gliavanzi di cibo in acqua pulita.
Invenzione coreana, Eco Wiz è stato perfezionata, grazie ad un investimento di 380mila dollari dall’omonima azienda della Repubblica sud asiatica, specializzata nella ricerca e nell’innovazione della gestione dei rifiuti solidi urbani, che la produce. Ed è capace di ricavare da una tonnellata di rifiuti alimentari in oltre 1000 litri d’acqua, da impiegare per l’irrigazione e l’igiene di pavimenti e servizi. Un bel vantaggio sia in termini di risparmio delle risorse idriche che di riduzione della mole di rifiuti prodotti.
Intervistato dal quotidiano The Jakarta Globe, il titolare della società Renée Mison spiega che "a Singapore per ogni tonnellata di rifiuti spediti in discarica, si deve pagare una tassa di smaltimento piuttosto alta, ma i nostri clienti hanno scoperto che stanno ottenendo un risparmio del 70% sulle tariffe di smaltimento dopo aver acquistato il nostro macchinario”.
L'azienda ha installato decompositori in diversi hotel, tra cui l’InterContinental di Singapore, e presso alcune sedi istituzionali, come il Politecnico di Singapore, migliorando non solo le spese dei clienti, ma anche il loro impatto ambientale. E la start up non ha intenzione di fermarsi: “prestazioni più elevate potrebbe consentirci di commercializzare i nostri prodotti all’industria alimentare, ai supermercati, alle scuole”. Oltre a creare una soluzione in ogni famiglia, che potrebbe così trasformare lo smaltimento dei rifiuti in acqua per la lavatrice, per esempio.
Proprio per questo ha firmato un accordo con un istituto di ricerca tailandese per migliorare le prestazioni e la specializzazione, a seconda dei cibi immessi, dei microrganismi che agiscono come decompositori, utilizzati per convertire i rifiuti alimentari in acqua. "Così se dovessi vendere il macchinario ad un’azienda dell’industria alimentare che fa insalate, per esempio, voglio immettere i microbi specializzati nella decomposizione delle verdure", ha spiegato Mison. Una mossa che potrebbe consentire a Eco wiz di svolgere il suo compito in maniera ancor più veloce ed efficiente.
Meno sperchi alimentari e più acqua a disposizione...mica male no?
In Italia circa l’80% delle galline ovaiole vive in gabbie di batteria.
Milioni di animali reclusi in spazi più piccoli di un foglio A4, gabbie impilate in file fino
a 6 piani con ventilazione e luce forzata per aumentare la produzione.
UNA PRIGIONE CHIAMATA BATTERIA
Le galline non possono: • aprire le ali • razzolare in cerca di cibo • fare bagni di terra • appollaiarsi • deporre uova in un nido.
Non poco, vero?
LE GABBIE DI BATTERIA IMPEDISCONO ALLE GALLINE DI ESPRIMERE IL LORO COMPORTAMENTO NATURALE
I DANNI ALLA SALUTE Ma non è tutto I danni alla loro salute sono ancora più gravi: osteoporosi e frattura delle ossa sono solo due esempi. Arti deformati, unghie cresciute a tal punto da girarsi intorno alle gabbie.
E i danni psicologici? In queste condizioni le galline impazziscono,diventano aggressive e persino cannibali tanto che è necessario mozzare loro il becco.
Numerosi studi* hanno dimostrato che le uova da allevamento biologico o all’aperto sono più ricche di : • omega 3 • vitamina A, E, D, B12 • beta carotene • acido folico • e contengono meno colesterolo di quelle allevate in gabbia. * British Journal of Nutrition, Pennsylvania State University, Mother Earth News
E PER LA NOSTRA SALUTE? COME RICONOSCERE LE UOVA IN BASE AL METODO DI ALLEVAMENTO Secondo la legge, ogni confezione di uova deve indicare in modo chiaro come sono state allevate le galline.
E ogni uovo deve riportare un codice: il primo numero descrive il sistema di allevamento.
GUARDA il primo numero del codice sull’uovo: 0 = biologico 1 = all’aperto 2 = a terra 3 = in gabbia
Ogni uovo deve riportare impresso un codice che specifichi il metodo di allevamento.
COSA SIGNIFICA PER LEGALLINE?
Uova biologicheAccesso quotidiano all’esterno, spazio di almeno 2,5 metri quadrati per gallina, nidi, trespoli, lettiere, un massimo di dodici galline per metro quadrato al coperto, mangime biologico.
Uova da allevamento all’apertoAccesso quotidiano all’aperto, spazio di almeno 2,5 metri quadrati per gallina, nidi, trespoli, lettiere, un massimo di dodici galline per metro quadrato al coperto.
Uova da allevamento a terraAllevamento a terra senza gabbie ma in capannoni chiusi senza accesso all’esterno, un massimo di dodici galline per metro quadrato, nidi, trespoli, lettiere.
Uova da allevamento in gabbiaAllevamento intensivo in batteria, quattro o cinque galline per gabbia, spazio inferiore ad un foglio di carta A4, assenza di nidi, trespoli e lettiere, impossibilità di esprimere comportamenti naturali, luce artificiale forzata e taglio del becco per evitare il cannibalismo.
LA TUA SCELTA PUÒ fare la differenza!insieme possiamo porre fine alla sofferenza di 40 milioni di galline. Come? Scegli di non acquistare uova di galline allevate in gabbia: vivranno una vita migliore.
Lo sapevi che una gallina costretta in gabbia depone oltre 300 uova in un anno? Con l’acquisto di una confezione di uova da galline libere a settimana, in un anno puoi L’alternativa esiste: tutti i supermercati oggi vendono anche uova di galline allevate all’aperto o biologiche. LIBERARE UNA GALLINA?
Non lasciarti ingannare da diciture come “fresche di fattoria” o da immagini di prati e galline in libertà sulle confezioni. Cerca sempre l’informazione esatta sul metodo di allevamento.
Ecco un video molto interessante sulla preparazione di detersivi in casa.
LE RICETTE FAI DA TE SPIEGATE IN QUESTO VIDEO:
SPRUZZINO AL BICARBONATO per sgrassare e assorbire gli odori (perfetto per pulire il piano di lavoro, il forno, il frigorifero, il lavandino dopo aver lavato i piatti, può essere usato anche per pretrattare i piatti prima di metterli nella lavastoviglie): sciogliere in uno spruzzino vuoto 48 grammi di bicarbonato in mezzo litro d'acqua.
CREMA DETERGENTE AL BICARBONATO leggermente abrasiva per pulire i sanitari del bagno oppure le pentole con residui bruciati: miscelare bicarbonato, acqua e due gocce di detersivo per i piatti fino a formare una pappetta densa come lo yogurt. Poche gocce di olio essenziale di timo o bergamotto aggiungono un potere antibatterico alla crema.
ANTICALCARE CON ACETO E ACIDO CITRICO per fornelli, lavabo, bagni: in uno spruzzino vuoto mettere due bicchieri di aceto di mele (o aceto bianco) meglio se tiepido e sciogliere 1 cucchiaio di acido citrico (può essere acquistato su www.officinanaturae.com). Poche gocce di olio essenziale di timo o bergamotto renderanno meno forte l'odore dell'aceto. L'anticalcare è efficace anche senza acido citrico, occorrerà lasciarlo agire più a lungo.
BRILLANTANTE, DISINCROSTANTE, ANTICALCARE ALL'ACIDO CITRICO Preparare una soluzione al 15% di acido citrico (sciogliere 150 grammi di acido citrico in un litro d'acqua meglio se distillata e tiepida) che può essere utilizzata come anticalcare, come brillantante in lavastoviglie (regolando l'indicatore al massimo) oppure come disincrostante (ogni mese versare un litro di questa soluzione in lavastoviglie o nel cestello della lavatrice e avviare un programma a 60 gradi).
AMMORBIDENTE ALL'ACIDO CITRICO Preparare una soluzione al 10% di acido citrico (sciogliere 100 grammi di acido citrico in un litro d'acqua meglio se distillata e tiepida) e versarne 100 ml direttamente nella vaschetta dell'ammorbidente. In alternativa si possono usare 100 ml di aceto bianco.
AVVERTENZE IMPORTANTI
LASCIAR AGIRE I PRODOTTI Perché un prodotto sia efficace è importante seguire attentamente le istruzioni, le dosi e i tempi di posa indicati sulle confezioni. Nel caso dei detersivi fai-da-te è bene lasciar agire il prodotto più a lungo rispetto a quelli tradizionali: aspettare qualche minuto in più garantisce la stessa efficacia senza impatti ambientali.
USARE ACQUA CALDA Il potere detergente dell'acqua calda è spesso sottovalutato: meglio invece usare meno detersivo sciolto in acqua calda per ottenere gli stessi risultati senza sprechi di prodotto.
NON MISCHIARE ACIDI E BASI Ingredienti acidi (come aceto e acido citrico) e alcalini (come bicarbonato, saponi e detersivi normali) reagiscono tra loro annullando a vicenda il loro potere detergente: è importante quindi non mischiarli mai nelle ricette fai-da-te.
L'acido citrico è un valido alleato ecologico per la pulizia della casa: lo si usa come anticalcare naturale, come ammorbidente, come fissante e anche per la cura del corpo
L'utilizzo dell'acido citrico ci permette con un solo prodotto di risparmiare spazio e denaro, abbattendo nel contempo l'impatto ambientale derivato dai comuni detersivi che aggrediscono non solo il nostro pianeta ma anche il nostro apparato respiratorio.
Di seguito vi illustriamo alcuni modi per sfruttare la potenza dell'acido citrico.
L'acido citrico: anticalcare naturaleper risparmiare in casa Per avere la cucina lucida ed un bagno senza aloni di calcare, reperite uno spruzzino vuoto e riempitelo con una soluzione al 15% di acido citrico (dissolvendo 150 grammi di acido citrico in un litro d'acqua meglio se distillata e tiepida). Per renderlo gardevolmente profumato includete due bicchieri di aceto di mele (o aceto bianco) sempre tiepido sciolto in un cucchiaio di acido citrico. La profumazione verrà rilasciata dall'aggiunta di alcune gocce di olio essenziale al timo o bergamotto che smorzeranno l'odore acre dell'aceto. Prima dell'uso agitare bene. Spruzzare sulla superficie incrostata, lasciare agire qualche minuto e poi passare con la spugna. Importante: evitate di utilizzare l'acido citrico su marmo, pietra, legno ed in generale sulle superfici in cui non è bene usare soluzioni acide.
L'acido citrico: disincrostante per lavatrice e lavastoviglie La soluzione "magica" al 15% di acido citrico si trasforma anche in un'ottimo disincrostante per due degli elettrodomestici più usati nelle nostre case: lavatrice e lavastoviglie. Sarà sufficiente ogni mese versare 1 litro della soluzione direttamente nel cestello vuoto della lavatrice oppure nella vaschetta adibita al brillantante della lavastoviglie portando il programma di lavorazione di entrambe ad alta temperatura. Ammorbidente per lavatrice all'acido citrico Indossare dei capi morbidi e profumati fa piacere ad ognuno di noi, quindi spendiamo parecchio tempo a scegliere il giusto ammorbidente. Anche in questo caso l'acido citrico vi sarà utilissimo attraverso la sua funzione di catturare la presenza di calcio nell'acqua, questa volta la formula prevede l'uso dell'acido citrico al 10% (sciogliere 100 grammi di acido citrico in un litro d'acqua meglio se distillata e tiepida). Versatela direttamente nella vaschetta della lavatrice adibita all'ammorbidente sino a riempirla ed otterrete l'effetto desiderato.
L'acido citrico: detergente per il water al limone La ricetta per un bagno limpido prevede la preparazione di 10 ml di detersivo per stoviglie e 5 gocce di olio essenziale al limone da mescolare in una tazza, unire il tutto con 210 ml di acqua distillata e 25 gr di acido citrico in una ciotola di placida e amalgamare con un mestolo di legno sino ad ottenere un liquido incolore. Aggiungere quindi al detersivo mescolato con l'olio di limone e mescolare con attenzione.
L'acido citrico: disgorgante naturale Problemi con lo scarico del vostro lavandino? Abbondonate i disgorganti chimici tradizionali che provocano gravissimi danni all'ambiente, prendete un misurino di acido citrico unitelo ad uno di bicarbonato e versatelo nello scarico con acqua calda. Fate attenzione al corretto scioglimento dei due elementi onde evitare la creazione di concrezioni. L'acido citrico: per togliere le macchie di ruggine L'acido citrico permette in maniera semplice e veloce di togliere le macchie di ruggine versando la soluzione sempre diluita con acqua tiepida in una siringa, goccia dopo goccia vedreta la vostra macchia sparire. Effetto assicurato sul cotone.
L'acido citrico: come antinfeltrente Con 5 litri d'acqua e 50 ml di acido citrico il golfino che amate tornerà come nuovo, basta tenerlo ammollo e risciacquarlo in acqua fredda ed il gioco è fatto.
L'acido citrico: per fissare i colori scuri Il fissaggio dei colori scuri ( blu, marrone, nero) adoperando l'acido citrico non sarà più un problema 100 ml di soluzione dissolta in 5-6 litri d'acqua tenere il capo d'abbigliamento ammolo per circa 24 ore, in seguito lavare con un detersivo leggero in acqua fredda. Consigliato per i jeans.
L'acido citrico: per la cura del corpo Desiderate un bagno rilassante che deterga e purifichi il vostro corpo le bombette frizzanti fai da te fanno al vostro caso. Basterà unire in una ciotola 4 cucchiai di bicarbonato di sodio, 1 cucchiaio di acido citrico e 8 goccie di un olio essenziale a vostra scelta. Posizionare il composto ottenuto in uno stampo di silicone e pressarlo con forza, lasciandolo riposare per circa dieci minuti. Rovesciare lo stampo ed estrarre il panetto, facendo attenzione a non romperlo. Conservando queste bombette frizzanti in sacchetti di cotone potrete sfruttare questa idea anche come regalini ecologici per il prossimo Natale.
Avvertenze: conservare il contenitore dell'acido citrico ben chiuso, in luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce.
1 bustina di lievito Mastro Fornaio o 25 gr di lievito di birra
6 gocce di aroma all'arancia
6 gocce di aroma alla vaniglia
150 gr di latte
150 gr di zucchero di canna
2 uova intere
Marmellata o Nutella per il ripieno
Procedimento:
Sciogliete il Lievito nel latte tiepido (circa 30-35c)
Mischiate le due farine e lo zucchero, aggiungete il burro tagliato a pezzetti a temperatura ambiente, aggiungete le uova e gli aromi.
Iniziate ad impastare, aggiungete il latte e impastate per 5/10 minuti, fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico, all'inizio l'impasto sarà molto appiccicoso e sarà difficile da lavorare, aiutatevi con un pò di farina.
Dividete l’impasto in due parti uguali e formate due palline. Infarinate due contenitori di plastica con il coperchio e riponeteci le palline di pasta, coprite e mettete a lievitare nel forno spento, lasciando la luce accesa, in questo modo all'interno si formerà una temperatura di circa 30°.
Infarinate il piano di lavoro e usando il mattarello, schiacciate la pasta fino ad ottenere un cerchio di circa 30 cm di diametro.
Tagliatelo in 8 parti uguali con una rotella (anche quella per la pizza va bene)
Aggiungete il ripieno di marmellata o nutella e arrotolateli partendo dalla parte piu’ larga.
Disponete i cornetti su una teglia ricoperta da carta forno, copriteli con la pellicola per non far formare la crosta. Fateli lievitare per 3-4 ore sempre nel forno spento con la luce accesa.
Accendete il forno a 180° C, spennellate la superficie delle brioches con un po’ di rosso d’uovo diluito con un cucchiaio di latte (facoltativo)
Cuocete per circa 15 minuti. Se tendono a bruciarsi in superficie copritele con un foglio di carla stagnola
Lasciatele raffreddare
Cospargete la superficie con zucchero velo e buon appetito!!!!!
Un grandissimo ringraziamento a Vittorio di vivalafocaccia.com per la ricetta, anzi per le ricette e la costante ispirazione.
Potete trovare la ricetta originale a questo indirizzo.